sabato 21 aprile 2012

Die Pedonalizzazionen

Dal 16 Aprile 2012, all'interno della Zona a Traffico Limitato di Villanova, è stata inserita un'isola pedonale di otto ettari e mezzo.

Nella zona pedonale abitano circa 1600 persone molte delle quali ultra 60enni. 

L'ultima ordinanza ha concesso l'accesso ai residenti H24, ad eccezione di piazza San Giacomo e Piazza Orrù. Quest'ultima erroneamente chiamata dall'Assessore Coni: piazza San Domenico, non lo dico per  fare il "togo" ma perché spesso si crea confusione tra le due. Tuttavia la cartina  dei parcheggi è un tipico esempio di come si è abituati a lavorare. Queste cose vanno fatte in strada non su di una scrivania, son stati infatti segnati parcheggi là dove ci sono passi carrabili, cassonetti ecc, oppure segnate 5 auto dove ce ne stanno 2. Inoltre si parla di valutare se gli stalli riservati bastino per i residenti, la cosa mi preoccupa un pò, non tanto che il Presidente della commissione trasporti Portoghese faccia battute (cit: "magari gli stalli riservati sono anche sovrabbondanti"), ma perché se il comune deve valutare la quantità di stalli  significa che non è a conoscenze di quanti pass residenti ha concesso. O meglio ha un faldone cartaceo. Quindi un altro dubbio, se i dati non sono stati digitalizzati le telecamere non possono funzionare, almeno non correttamente.


Il 18 Aprile, io ed un altro abitante di Villanova, abbiamo fatto un video per mostrare come si presenta il quartiere post-pedonalizzazione.



Va detto che il Comitato Abitanti di Villanova non si è schierato contro la pedonalizzazione, questo è stato un grande gesto d'apertura nei confronti dell'amministrazione comunale, che dovrebbe sentirsi tenuta ad ascoltare i disagi e risolverli.
Nel 2010 il Comune ha affidato ad una società, con un appalto di 20.000€, uno studio sulla pedonalizzazione (vedi il report). Io esco in strada e sento gli umori della gente, i loro disagi, le loro difficoltà e mi rendo conto che l'immagine è nettamente distorta.

Sento ragazze che la notte hanno paura di rientrare a casa, non perché il loro sia un quartiere pericoloso, assolutamente il contrario, ma perché semplicemente chi le riaccompagna le deve lasciare lontane da casa e tornare da sole a piedi fa un po paura la notte. Non è una questione di statistiche sulle violenze  ma di "testa". Dover rinunciare alla possibilità di essere accompagnati a casa penso sia una situazione di disagio comprensibile e meritevole di tutela.


Sento anziani che vorrebbero vedere i nipoti ma i figli non possono entrare in auto, così girano intorno al quartiere cercando parcheggio per ore, ma in altre città già da anni hanno risolto il problema (Udine 2004). Alla fine son costretti a parcheggiare a pagamento o molto lontano. Tutto ciò per una zona pedonale senza pedoni, tutto ciò non migliora la vita del residente, non migliora la vita di chi si vuole recare nel quartiere e non migliora il traffico nelle zone adiacenti.

Stessa sorte tocca a chi, pur non abitando a Villanova, contribuisce a tenere in vita le tradizioni e i riti della settimana santa. Non esistono per loro pass provvisori.

Il Comune rilascia dei pass, questi sono collegati ad una targa. Il diritto è quindi collegato ad un oggetto, l'auto, che può accedere in ZTL, parcheggiare negli stalli gialli riservati e, in alcuni casi, transitare e sostare per scarico e carico in ZP.

A parer mio questo non c'entra niente col diritto soggettivo di un cittadino di poter arrivare a casa sua. Non servono altri pass per auto, ma un badge personale che consenta al residente di essere riaccompagnato a casa con qualsiasi macchina, alla quale non sarà consentita la sosta o il parcheggio, ma semplicemente il transito. L'abuso di questi pass è facile da verificare e sanzionare, però almeno garantiranno al cittadino la possibilità di non sentirsi isolato. 

Certo aumenterà il traffico, ma sarà comunque una situazione transitoria, mentre si è passati bruscamente (ad esempio in Via San Giovanni) da un auto ogni secondo ad una ogni 10 minuti (neanche).

Personalmente amo vedere le strade senza macchine, mi muovo solo a piedi e in bicicletta, ma nel nostro caso l'impatto emotivo è stata la desolazione. Penso che sia un approccio quasi polpottiano mandare fuori le auto senza pensare a dove metterle, ma soprattuto senza pensare che chi si reca nel quartiere non potendovi entrare ci girerà attorno intasando le strade limitrofe.

Le fioriere ornamentali, largamente tollerate dal Comune ma inspiegabilmente posizionate in orari notturni, sembrano preludere quello che sarà il futuro del quartiere, molto bomboniera ma poco vivibile, specie per chi ci abita da secoli. Percorsi del genere dovrebbero essere partecipati, ma così non è stato, quindi è forse normale che azioni, a volte condivisibili, imposte dall'alto vengano rigettate dal cittadino che non le vuole subire passivamente.

A tanti la pedonalizzazione sembra in sè un'azione di valorizzazione, allora perché un signore di sessant'anni alla domanda: "cosa ne pensa della pedonalizzazione?"; mi risponde che si sente come in carcere?